Il corsivo della ASD Valfino. Intervista al Vice Presidente Dario Di Giuseppe
Secondo numero della rubrica targata ASD Valfino che ci fa entrare nel vasto mondo della formazione e della crescita dei giovani attraverso gli occhi e le parole di chi vive la quotidianità della nostra società. Questa settimana ne parliamo con il Vice Presidente della società Dario Di Giuseppe, che da anni segue da vicino e con immensa passione il percorso dei piccoli nel panorama calcistico e il loro inserimento nella sfera sociale.
Hai anni e anni di esperienza in questa società e, in generale, nelle realtà giovanili. Considerato ciò, e da Vice Presidente della Valfino, che cosa rappresenta un club simile nel contesto della Vallata?
La Scuola Calcio è una risorsa grande, grandissima per tutto il territorio. Ciò è avvalorato dal fatto che per la prima volta dopo tanti anni abbiamo abbattuto i campanilismi dando vita ad un’unica realtà capace di unire i ragazzi provenienti dai nostri centri. Poi ho un debole per la formazione dei ragazzi, sia caratterialmente e sia perché avere un’Associazione che faccia sociale in questo modo a mio avviso è fondamentale nella Valle Del Fino. Ovviamente è importante che ciò non avvenga solo con il calcio, infatti sarebbe bello riuscire ad uscire, scusate il gioco di parole, dal contesto di questo sport e a fare qualcosa che faccia sociale a tutto tondo e non nascondo che è un obiettivo della società.
Oggi non tutti, in Italia, hanno una visione chiara di quel che rappresenta una realtà di avviamento allo sport. Perché un bambino dovrebbe accostarsi sempre più alla Scuola Calcio?
Nel corso degli anni ciò che abbiamo svolto noi come ASD Valfino ci ha fatto capire che bisogna essere bravi a dare la risposta pratica a questa domanda ancor prima che si possa porre. Parlo ad esempio degli stage fatti di paese in paese dai nostri bravissimi istruttori, un qualcosa che permettesse a tutti di conoscere questa realtà, perché è prevedibile che, seppur ci troviamo nell’epoca della globalizzazione e della rapida circolazione di notizie, qualcuno non sappia ci sia. Si tratta anche di un modo per convincere quei genitori non molto tifosi dello sport e ad esso non così legati. In Italia viviamo un periodo molto difficile nel calcio, ma bisogna ripartire dalle basi e far emergere che ben prima del risultato finale per i giovani atleti deve esserci una componente essenziale che è il divertimento. Il bambino cresce divertendosi, giocando, stando insieme.
Abbiamo visto tante attività promosse dalla ASD Valfino che hanno fatto divertire insieme bambini, genitori, istruttori e dirigenti. Quanto è importante che tutte le figure che accompagnano il giovane nella sua crescita possano condividere con lui queste giornate e così anche la sua formazione?
E’ vero che tutte queste figure devono avere una certa sinergia tra loro. Notiamo quotidianamente quanto sia importante, dal punto di vista del bambino, vedere uniti tutti coloro che sono protagonisti della sua quotidianità, parlo di ognuno dal custode del campo ai genitori, passando per dirigenti, istruttori e accompagnatori. Abbiamo un bel gruppo di ragazze e ragazzi che, mettendoci passione ed impegno, si mettono in gioco per accompagnare ogni piccolo verso il futuro. Da parte nostra, come società, garantiamo che ci siano tutti gli strumenti perché ogni singola attività possa essere portata a termine.
Ogni squadra viene aggiornata continuamente su eventi e tornei cui partecipare non solo in ambito federale ma anche da ospiti di altre società. Per il bambino cosa rappresentano queste giornate e quanto conta rapportarsi con i pari età di altre realtà?
Il confronto è importante, anzi, è una delle componenti da tenere a mente. Perché così si cresce, si affrontano insieme eventuali difficoltà e si capisce come venirne fuori, si imparano le regole del vivere civile e della socializzazione. Dopo questi tornei ci sono quelli interregionali, purtroppo nelle ultime stagioni poco diffusi visto il periodo, in cui ci si confronta non soltanto con i pari età del proprio territorio, ma con quelli di tutta Italia, conoscendo realtà più preparate, più blasonate, più numerose. Sono esperienze bellissime sotto il profilo umano, personale che noi consigliamo sempre.
Torniamo un po’ indietro nel tempo. Durante lo stop dovuto al Covid-19, quanto è stato importante per il bambino poter contare ugualmente, seppur a distanza, sul rapporto con la Scuola Calcio nella realizzazione di esercizi e attività per tenerlo sempre legato allo sport?
C’è stato tanto impegno e tanto lavoro da parte degli istruttori, con l’apporto anche del Presidente Astolfi e della società tutta, perché ci fosse un segnale di continuità anche se a distanza. Volevamo far sentire la nostra presenza ai giovani tesserati e alle famiglie, era un periodo difficile perché noi ci battiamo tanto per evitare di stare seduti e a casa e lì dovevamo capire come far sembrare che ciò non avvenisse come invece era. La partecipazione è stata incredibile, ad ogni attività, ora finalmente lo vediamo come passato.
Infatti adesso guardiamo all’oggi, fatto del ritorno alla normale quotidianità per la prima stagione effettiva. Questa annata che significato ha?
Penso sia stato un grande sospiro di sollievo questo rimmergerci nella quotidianità. Riprendere è stato fondamentale, abbiamo superato ogni tipo di difficoltà e capito anche sul campo dove e come migliorare alcune cose. Il bambino torna a respirare l’atmosfera dello spogliatoio e per la sua crescita è fondamentale, non lo scopriamo di certo oggi. Finalmente si riprende con il terzo tempo, si riprende con il vivere a 360 gradi questo sport che un domani ci consegnerà gli individui che saranno al centro della società che verrà.
Tanti anni a coltivare un sogno che oggi è realtà, quello del campo sintetico. Che cosa rappresenta per le attività della ASD Valfino ma soprattutto per i ragazzi?
Questo è uno stimolo non solo per Castiglione, ma per tutta la Vallata. Sicuramente già il colpo d’occhio fa impressione quando si arriva, è stupendo e non nascondo che ci ho sempre sperato, era un vero e proprio sogno. Una volta arrivata questa struttura, anche la società può muoversi più tranquillamente nella sua quotidianità e nel pianificare tutte le attività. Ringrazio, ovviamente, e ringraziamo tutti i Comuni che ci hanno ospitato in questi anni nelle loro strutture, è stato un segnale a suo modo importante il poter scendere in campo in ogni località del territorio. E un giorno chissà che non ci possano essere altri sintetici qui vicino. Poi mi metto nei panni di genitori e ragazzi che si sentono ancor più stimolati, ora, nell’avvicinarsi alla Scuola Calcio. E’ quel quid in più di cui il giovane ha bisogno nella sua crescita per poter contare su più strumenti possibili.
La Scuola Calcio forma ed educa come ogni tipo di istituzione scolastica. Quanto conta che il bambino trovi un equilibrio quotidiano tra le due cose, che poi viaggiano nella stessa direzione?
L’ho detto sempre in passato e lo continuerò a ripetere all’infinito. Se ci si allena e ci si impegna nelle attività di campo, si andrà a fare la partita e si farà bene. Se si lavora passo dopo passo e ci si prodiga un po’ nello studio, anche a scuola si renderà. Noi ci teniamo tantissimo che queste cose vadano in assoluta simbiosi, perché il nostro impegno è volto alla crescita dell’individuo in tutti i campi della quotidianità. Ci impegniamo anche con la scuola e con le altre attività educative e sportive per creare il contesto adatto a tutte le famiglie.
Ci lasciamo con un consiglio per i ragazzi oggi protagonisti in campo e domani protagonisti in campo e nella vita…
Impegno, costanza, dedizione, attitudine, divertimento e vivere sempre la nostra quotidianità con serenità e gioia. Do questo consiglio a tutti i piccoli che animano le nostre attività perché sono elementi che poi aiuteranno nel vivere la quotidianità della vita in ogni aspetto, dalla scuola al lavoro.